
Nella cultura e nella letteratura giapponese la neve viene spesso utilizzata per esprimere una vasta gamma di emozioni e concetti.
In molte opere di letteratura classica e arte giapponese, la neve è usata ome elemento per descrivere scene che evocano pace e tranquillità. Descritta come bianca e pulita, la neve, inoltre, è spesso associata alla purezza e all’essenzialità. Questi concetti sono particolarmente importanti nella cultura giapponese, dove la purezza è vista come qualità ideale. Ecco una poesia del monaco zen Daigu Ryokan:
D’inverno, nell’undicesimo mese,
la neve cade abbondantemente.
Mille montagne, un solo colore,
nessuna traccia d’uomo sui sentieri.
Tutto il passato è ormai sogno.
La fragile porta è ben chiusa;
rami secchi ardono nella notte,
mentre leggo poesie di antichi saggi.
Questa poesia descrive l’immagine della neve che cade dolcemente, creando un senso di pace e catturando perfettamente la sua relazione con la purezza.
La neve è spesso anche associata al concetto di impermanenza, poiché si scioglie e si trasforma in altre forme. Questa sua impermanenza racconta la transitorietà della vita e la necessità di apprezzarne ogni momento.
Spazio nella neve:
viola pallido
sboccia l’aralia
Nei campi di neve
verdissimo il verde
delle erbe nuove
In questi due haiku, rispettivamente di Matsuo Bashō e Konishi Raizan, la neve lascia rivelare le prime avvisaglie della rinascita primaverile. L’haiku cattura perfettamente l’essenza della filosofia del buddismo zen sull’impermanenza, sottolineando come tutte le cose siano soggette a cambiamento e quanto sia importante vivere pienamente il presente.
Passando dal Giappone al nostro Paese: durante un viaggio estivo alla scoperta della Sardegna ho avuto la fortuna di visitare il museo dedicato all’architetto Costantino Nivola.
In quell’occasione avevo acquistato un piccolo libretto che raccoglie le sue note scritte, intitolato “Ho bussato alle porte di questa città meravigliosa”. Qui ho trovato una riflessione sulla stagione invernale che trovo in perfetta sintonia con il sentire giapponese e che disvela un altro elemento caratterizzante della neve: la sua coltre fa emergere l’essenzialità del paesaggio.
“La neve, gli alberi senza foglie… riducono la policromia del paesaggio al minimo di parsimonia cromatica”.
La parsimonia cromatica è essenziale anche per chi studia e pratica l’ikebana. Troppi colori appesantiscono la composizione e rendono meno chiara la sua comprensione. Less is more!