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Libellule, autunno e ikebana

Le libellule, creatura eteree che volteggiano nell’aria con mirabile leggiadria, in Giappone compaiono a fine estate e sono considerate un presagio d’autunno.

In questi giorni anche qui, nella nostra pianura, si respira aria d’autunno. Non ci sono libellule a darci il segnale del cambio di stagione ma la scorsa settimana ho ricevuto in dono un cestino di mele nostrane e ieri sera, prima di uscire di casa, ho infilato nella borsa un cardigan di cotone: piccoli dettagli che mi rendono felice e che mi fanno assaporare a poco a poco l’arrivo di un tempo nuovo. 

In questa fase dell’anno sento il bisogno di trovare nuovi equilibri e sperimentare ikebana con materiali e forme le più diverse tra loro, con il desiderio di far nascere composizioni leggere e fresche, che ricordino il volo delle libellule.

Libellula deriva dal latino “libella”, ovvero ‘piccola bilancia’, perché quest’esserino riesce a muovere in maniera completamente indipendente le sue quattro ali e sfoggiare un perfetto assetto di volo. 

Non è però soltanto una creatura abilissima nel volo ma è anche molto elegante, con le sue ali trasparenti che baluginano riflessi irridescenti, i grandi occhi rotondi e sfaccettati, e un corpicino sottile come un filo.

Nel mio primo viaggio a Kyoto ebbi l’avventura d’incontrare una libellula d’un bellissimo colore azzurro (vedi la foto di copertina) e mi sembrò un incontro straordinario. Solo più tardi scoprii che il Giappone, grazie ai suoi innumerevoli corsi d’acqua, è un territorio ideale per questi insetti. Se ne contano circa 190 specie, anticamente raggruppate in quattro classi a seconda del colore predominante, giallo, verde (o blu), nero e rosso

Nel libro di Lafcadio Hearn “Le farfalle danzano e le formiche si ingegnano” si legge che uno degli antichi nomi del Paese era proprio Akitsushima (秋津島), ovvero “isola delle libellule”. 

Per i giapponesi la libellula è, per tradizione, simbolo di coraggio e non è un caso che i samurai facessero cesellare la sua figura sugli elmi e sulle impugnature delle spade. Ma era anche considerata di buon auspicio perché, abitando le risaie, si nutriva degli insetti dannosi alle coltivazioni.

La sua bellezza è stata d’ispirazione per creare motivi decorativi che hanno impreziosito oggetti d’arte e kimono. Nel sito del Metropolitan Museum of Art di New York puoi ammirare due splendidi kimono, qui e qui, e un vaso da fiori da appendere a muro che trovo perfetto per i miei ikebana! 

Infine, ti lascio con un haiku del poeta Santōka (1882 -1940) che amo in modo particolare perché riesce, con tre semplici parole, a trasmettermi  un’immagine così lieve che subito mi rasserena.

Una libellula 
sul cappello.
Cammino

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