Niente mi suscita più allegria in natura di un campo di fiori. Ne ricordo di magnifici in alta quota, all’Alpe di Siusi, in giugno; altri, spettacolari, sull’altopiano di Asiago. Praterie in fiore a perdita d’occhio, di una varietà cromatica da lasciare senza fiato: una festa di margherite, genziane, primule, ranuncoli, achillee, botton d’oro e moltissimi altri fiori spontanei, svettanti o seminascosti tra l’erba.

A tutta questa selvatica allegria mi s’accompagna sempre una sensazione di libertà e leggerezza. E per associazione evocativa affiorano alla mia mente alcuni famosi dipinti impressionisti, di Manet, Monet, Renoir, dove si raffigurano romantiche fanciulle in abiti candidi che passeggiano tra i prati in fiore, o spensierate comitive di picniqueurs che oziano facendo colazione sull’erba.

Sono tutti paesaggi dei primi mesi estivi, ma anche l’autunno può riservare non poche sorprese. Con altri colori e forme diverse, i prati fioriscono di nuovo, tingendosi di un’ampia gamma di sfumature di giallo, rosso, arancione e bruno dorato. Anche di questo parlerò il 18 settembre durante un incontro tutto dedicato all’autunno giapponese, primo appuntamento inaugurale del mio nuovo “Studio Spazio Bianco”.

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